Si festeggia il Capodanno Cinese: 5 febbraio 2019, Anno del Maiale

Il Capodanno Cinese, che quest’anno si festeggia tra il 4 e il 5 febbraio 2019, è chiamato anche Festa di Primavera o Capodanno Lunare, ed è tra le più sentite festività cinesi. Dipendendo dal calendario lunare, la sua data è variabile: a partire da quel giorno, le festività durano per quindici giorni, concludendosi con la tradizionale Festa delle Lanterne.
Quest’anno nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 2019 secondo l’oroscopo cinese si entra ufficialmente nell’anno del Maiale, e se il primo giorno del nuovo anno è dedicato all’accoglienza, l’ultimo è invece caratterizzato dalla Festa delle Lanterne, durante la quale le famiglie escono per le vie cittadine con in mano lanterne accese e colorate.
L’origine di questa festa risale ad un’antica leggenda che racconta di un mostro, Nian, che era solito uscire dalla sua tana una sola volta all’anno per mangiare esseri umani: unico modo per salvarsi era spaventarlo con rumori forte e il colore rosso, di cui aveva terrore. Ecco perché ancora oggi le feste per il Capodanno sono accompagnate da canti, urla, fuochi d’artificio e dall’uso del colore rosso.
Abbondanza, ricchezza e fortuna in tavola –Il Capodanno Cinese è una festa familiare, in cui i parenti più stretti si ritrovano, generalmente a casa delle persone più anziane, e festeggiano con una tavola riccamente imbandita: le pietanze immancabili sono pesce e pollo, specialmente il pesce, la cui traduzione in cinese ha infatti significati simbolici e augurali: PESCE, Yú, traduce anche “surplus”; viene servito in quantità tali da renderne certo l’avanzo, sempre per questioni scaramantiche, e con la testa rivolta verso l’ospite più importante (perché la testa viene sempre prima della coda).
L’abbondanza nei paesi del Nord della Cina, è sottolineata anche dall’offerta di piccoli dim-sum (Jiǎozi) chiusi a saccottino: più se ne mangiano a Capodanno e più denaro si guadagna nell’anno che viene. La loro forma riprende quella dei lingotti d’oro e d’argento (Yuánbǎo) che nella Cina Imperiale servivano come moneta: lingotti non rettangolari, nella forma di barretta, ma ovaleggianti, come una piccola barca con prua e poppa rivolte verso l’alto. Tradizionalmente i Jiǎozi vengono riempiti con carne di maiale macinata, gamberi o verdura, e devono essere serviti in file parallele, e non in cerchi, perché questi rappresentano il “non andare in alcun luogo”.
Nei paesi del Sud della Cina si servono invece gli Niángāo – Gnocchi di riso di Capodanno, che un tempo si preparavano a mano pestando in un mortaio di pietra il riso cotto a vapore, mescolandolo poi con acqua e sale per ottenere una pasta densa (operazione chiamata Shi Jiu). Oggi invece si compra l’impasto fresco e lo si taglia a piacere.
La ricetta del nostro chef Zhang Quoqing di Bon Wei prevede che 15 giorni prima del Capodanno si metta a marinare la pancia di maiale con zucchero, soia e zenzero, per poi farla essiccare (l’ideale sarebbe al sole e al vento). Poi si fanno saltare nel wok le verdure (cavolo cinese, zucchine, carote e funghi cinesi) aggiungendo verdure tsa-tsai (in salamoia), a cui aggiungere gli gnocchi e il maiale.
Una ricetta molto semplice, dove la scelta e la preparazione degli ingredienti fanno la differenza.
La tradizionale chiusura del pasto è invece rappresentata dalle classiche Polpette dolci di riso (Tāngyuán), che con la loro forma sferica rappresentano la riunione della famiglia e lo stare insieme nei giorni di festa.