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alta cucina regionale cinese
中国八大菜系

5 vini italiani da abbinare a 5 piatti della cucina cinese

Il prossimo 7 novembre 2019 ad Hong Kong verranno annunciati i vincitori degli Asian food and wine pairing awards, all’interno della celebrata Cathay Pacific Hong Kong International Wine & Spirit Competition. Ogni anno vengono indicati dei piatti asiatici (cucina cinese, giapponese, indiana, di Singapore e vietnamita) a cui abbinare vini, sake e quest’anno anche birra. Per la categoria della cucina cinese i piatti scelti sono stati l’Oca arrosto, dal Guandong, fatta sulla brace e servita a fette con salsa di prugna, e lo Shashlik di montone, nello stile della Mongolia centrale, un kebab o spiedino, molto diffuso come street food in tutta la Cina.

Nell’attesa di leggere qui https://www.hkiwsc.com/ gli abbinamenti premiati, abbiamo chiesto a Valentina Vercelli, giornalista de La Cucina Italiana specializzata nel settore del vino, e collaboratrice di riferimento per la Guida Slow Wine, di suggerire l’abbinamento di 5 vini italiani a 5 piatti molto diffusi nella cucina cinese.

Cestino di dim sum a vapore misti (con gamberi, carne e verdura)

Questo è un piatto che mette allegria e invita alla condivisione, che si mangia a inizio pasto, starei quindi su una bolla.
Per i dim sum con gamberi un Metodo classico, base Chardonnay, della Franciacorta; per quelli di verdura, sempre base Chardonnay, ma da un territorio più fresco quindi un Trento Doc; invece per i dim sum di carne starei su un Metodo Classico a base di Pinot Nero vinificato in bianco o un rosé. Lo cercherei nell’Oltrepò che è uno dei territori italiani più vocati per questa varietà! Volendo, per praticità, si può scegliere una bolla Metodo classico da abbinare a tutti e tre.

Riso saltato alle verdure con salsa di soia

In questo piatto ci sono due tendenze di sapori dominanti: la parte dolce del riso e delle verdure e la parte sapida della soia (dove a seconda del tipo di soia la parte sapida è più o meno marcata).
Starei su un vino bianco un po’ aromatico che possa fare da anello di congiunzione tra il dolce e il salato, quindi una Malvasia secca dell’Emilia Romagna oppure un abbinamento del cuore potrebbe essere con una Vitovska del Carso, un vino che riesce ad avere un’alcolicità moderata e una nota sapida data dalle rocce carsiche e dal mare vicino, ma anche una nota aromatica molto intrigante.
Oppure un Tramonti Bianco, perché per certi versi la sapidità della soia può ricordare quella della colatura di alici.

Anatra laccata alla Pechinese

Uno dei pairing più gettonati tra i sommelier stranieri è col Pinot Nero.
Pinot nero fantastico ma per rimanere in Italia io invece dico un Valtellina Superiore, dalla zona della Sassella o di Grumello, comunque un vino di montagna che ha la profondità e la grazia del Nebbiolo, quindi un’uva italiana che secondo me potrebbe giocarsela benissimo con il Pinot Nero, quindi profondità e complessità data dal vitigno e in più freschezza e grazia data dalla zona molto particolare dove viene coltivato.

Spaghetti di riso alla Singapore

Qui bisogna tenere conto del curry quindi di una spezia con un sapore ben definito e a volte a seconda di come viene miscelata anche un po’ invasiva. In questo caso io starei o su un Gewurztraminer dell’Alto Adige che è un vitigno bianco abbastanza alcolico per come lo fanno in Alto Adige e con queste note speziate che in genere si accompagnano molto bene al curry. Però tenterei anche un rosso italiano giovane e fresco che abbia sempre delle note speziate nel suo bouquet tipo uno Schioppettino o un Bardolino.

Pollo piccante alla Kung Pao

Un piatto molto tipico che personalmente ho sempre trovato un po’ un problema mangiandone delle versioni molto piccanti, per cui la bocca viene anestetizzata e il vino non lo senti più.
Ci sono colleghi che dicono che bisognerebbe provare un vino altrettanto intenso e molto alcolico, ma io ho un opinione differente perché l’alcolicità del vino in questo caso andrebbe a “stancare” ancora di più le papille gustative che sono già provate dalla piccantezza  quindi andrei in direzione completamente contraria e proverei con una birra o un vino rifermentato in bottiglia bianco, al limite come divertissement con un Cartizze Dry, un Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene che nasce nella zona più vocata della denominazione quindi con questa effervescenza e freschezza che dovrebbero lenire un po’ il piccante della bocca e in più con quel residuo zuccherino che dovrebbe contrastare la piccantezza. Tutte sensazioni che in realtà poi risultano molto affievolite in bocca.